In ricordo di Tullio Marcon

09 maggio 2009 • pubblicato da Francesco Carriglio in Notizie

Tullio Marcon era nato a La Spezia il 22 luglio 1930. Trascorsi primi anni dell’infanzia a Monfalcone ed un successivo breve periodo a Taranto, si trasferì con la famiglia all’età di dodici anni ad Augusta, cittadina della quale la madre era originaria e dove, da allora, ha sempre vissuto. Nel 1962 si laureò in Ingegneria Civile presso l’Università di Napoli.
Ad Augusta, per oltre vent’anni, ricoperse sino alla fine degli anni Settanta, l’incarico di Ingegnere Capo del Comune. Risalgono a quel periodo numerose opere impegnative pubbliche che restano legate alla sua intuizione e capacità progettuale quali, tra le più note, il “raddoppio” dei Ponti Spagnoli di collegamento tra la terraferma e l’isola ed il Cavalcavia di Corso Sicilia che, sollevandosi sulla linea ferrata agevola lo scorrimento viario in entrata ed uscita per l’isola. Nel campo delle ricerche riguardanti la storia della città si era subito distinto sin dalla fine degli anni sessanta con ricerche per i primi numeri del Notiziario Storico di Augusta, edito a cura della Commissione Comunale di Storia Patria, Istituzioni e Ricerche. Raccontava, primo tra tutti, delle tante navi venute qui navi per la guerra italo-turca, di hangar e dirigibili ed idrovolanti; poi, avrebbe ricostruito anche il tragico destino del “Conte Rosso” (che, da quel momento in poi, avrebbe legato questo suo studio alla memoria di quella tragedia sul mare), dei morti sotto le bombe del 13 maggio ‘43. Il contenuto di tutti questi lavori e lo stile d’esposizione erano però con esperienza volti a porre le vicende della città e dei suoi abitanti al centro dell’attenzione del lettore. Così anche i “non tecnici” della materia militare avevano avuto modo di conoscere fatti e vicende accadute nella nostra terra, mentre gli appassionati di quegli argomenti vi ritrovavano nuovi elementi di conoscenza. Attualmente era il Presidente della Commissione Comunale di Storia Patria di Augusta e, sino a qualche anno prima, aveva anche ricoperto l’incarico di Ispettore onorario della Soprintendenza BB.CC. di Siracusa. Sempre da giovanissimo si era al contempo occupato della materia storico-militare, proiettando questa sua smisurata passione principalmente verso le vicende degli uomini e delle unità della Regia Marina, poi della Marina Militare ma anche, pariteticamente, dell’Aeronautica. Avrebbe poi affiancato allo studio di questa specifica materia da inesauribile pubblicista l’impegno di abile scrittore avrebbe; la sua passione di ricercatore sarebbe progressivamente divenuta il prioritario impegno per il resto della sua vita, divenendo poi totale ed esclusivo all’atto di lasciare il servizio presso il Municipio di Augusta.
Aveva così iniziato una fervida collaborazione da Augusta con tutte le più prestigiose pubblicazioni specializzate del settore italiane ed estere, imponendosi subito all’attenzione come un’analista metodico, documentato e completo in relazione alle vicende oggetto dei suoi studi, aventi sempre come punto focale la Base di Augusta ed i mezzi aeronavali da questa operanti.
Per la sua riconosciuta competenza ha collaborato con l’U.S.M.M., l’U.S.A.M., il G.A.V.S., la War Museum Association, il Comitato tecnico-scientifico del “Museo dello Sbarco 1943” di Catania. Ha avuto costanti e produttivi rapporti con il il Museo Storico Navale M.M. di Venezia, il Museo Storico A.M. di Vigna di Valle, il British War Museum di Londra ed il Museo di Forte S. Elmo a Malta.
La sua competente ed ininterrotta attività di ricerca ed analisi degli eventi storici e delle problematiche inerenti la Marina Militare gli era valsa la nomina nel 1991 di Consulente dello Stato Maggiore della Marina Militare per la Storiografia Navale. In particolare Tullio Marcon ha legato il suo nome al grande lavoro volto per rimarcare il ruolo silenzioso di talune componenti della Marina alle quali, tra tutte, non nascondeva di volgere specifica ed appassionata attenzione: l’epopea delle torpediniere e le vicende delle corvette e della Scuola di Comando Navale sino ai nostri giorni; l’impresa sfortunata dei mezzi d’assalto della Malta 2; gli idrovolanti e gli osservatori di Marina; la componente elicotteristica.
Nei temi da lui affrontate è stato un solitario quanto autentico caposcuola cui va l’oggettivo merito di avere aperto una finestra su pagine della storia militare aeronavale italiana non ancora esaurientemente esplorate prima della sua opera.
Con orgoglio sempre discreto aveva pure indossato l’Uniforme di Ufficiale della sua amata Marina Militare, con il grado di 1° Capitano G.N. della Riserva, partecipando sempre con entusiasmo a diversi imbarchi per programmate attività addestrative.
Da alcuni a anni era stato nominato, ricoprendone sino all’ultimo l’incarico, Consulente per le infrastrutture e la logistica della Base Navale di Augusta.
Copiosa la produzione libraria nel settore storico-militare, sempre seguita da ampia diffusione e successo di commentatori e pubblico.
A Tullio Marcon si deve ancora l’appassionata ideazione e realizzazione, sempre di concerto con le competenti Autorità Civili e Militari, di numerosi monumenti e memorial siti nella Città di Augusta ed all’interno di vari comprensori della Base Navale.
L’avevo conosciuto agli inizi del 1982 quando ancora ero universitario e, così come per tanti altri giovani appassionati di storia militare, rappresentava l’autore di magnifiche corrispondenze da Augusta sulle più rinomate riviste specializzate in materia. Riferiva di navi, marinai ed esercitazioni, ma sempre, alla fine, sottolineando l’importanza che tutto si era svolto ad Augusta o nelle sue acque. Nei suoi servizi storici narrava di fatti bellici del secondo conflitto mondiale a volte semisconosciuti e ricostruito dalle sue ricerche; ed, a secondo degli eventi trattati, più d’una volta non perdeva l’occasione per evidenziare quando questi avevano preso le mosse o si erano svolti ad Augusta. La città c’era sempre nei suoi articoli: in guerra ed in pace, con le sue torpediniere di ieri e le corvette di quel periodo, gli scuri sommergibili all’Arsenale, gli idrovolanti argentati di un tempo e gli elicotteri che scendevano bassi dietro sulle piazzole in riva al mare di Terravecchia; con i militari del passato e quelli che scemavano ora dalla Banchina Torpediniere e dal Comando Marina. Le Navi e la Marina erano tutto per lui, costituivano il suo mondo completo e perfetto nel quale si muoveva con ritmo ed esperienza uniche, tali da riscuotere sempre ammirato rispetto. La sua seconda passione era l’Aeronautica alla quale dedicava spesso ricerche e studi; sicché, forse non a caso, il tema degli idrovolanti militari e civili, connubio tecnologico di mare e cielo, lo vedeva tra i più accreditati esperti nel settore a livello mondiale. Ben comprensibile il suo aperto impegno affianco a quanti avevano intrapreso la battaglia per salvaguardare il nostro Hangar.
Nei suoi scritti la narrazione poneva sempre in risalto la figura più pura e semplice dell’uomo, che fosse o meno combattente, al contempo quasi vivificando il mezzo o la scena del suo operato, fosse una nave, un aereo od una casa bombardata; come se questi, affianco all’uomo, pure vivessero e soffrissero.
Il suo ultimo libro era uscito in Italia subito dopo la scorsa estate ponendo, probabilmente per un lungo periodo, la parola “fine” su tutto quanto si poteva ancora ricercare sulle vicende della Piazzaforte di Augusta nella Seconda Guerra Mondiale e dell’invasione nell’estate del ’43: l’ “opera omnia” su questa materia, meticolosa ed esauriente,da pochi gestita ed approfondita in siffatta maniera. L’avventura del Museo della Piazzaforte è stata frutto della sua instancabile volontà di realizzare questa iniziativa, profondo atto di amore per la storia della città di Augusta. Centinaia i cimeli raccolti, anno dopo anno, attraverso i quali rileggere la storia delle vicende militari che, nel tempo, avevano coinvolto e segnato il destino della città in pace ed in guerra. Mi ha voluto al suo fianco in questa esaltante avventura sin dal 1986; poi, il taglio del nastro inaugurale nel pomeriggio del 16 febbraio 1990 per arrivare al 31 gennaio 1996 giorno in cui, abbiamo chiuso per l’ultima volta, Direttore e Vice, il grigio portone del Bastione San Giacomo, trascinandolo assieme con tristezza sconsolante nel cuore. Di recente, il pensiero della mancanza di una sede dove ricostruire il Museo lo dispiaceva così oltre ogni misura al punto che sembrava fosse riuscito ad intaccarne, dapprima per un solo attimo poi sempre più, la sua granitica determinazione.
Negli ultimi tempi era sempre più difficile discutere con lui di quell’argomento, tanta era l’amarezza che manifestava subito, dopo qualche battuta, tagliando corto e chiedendo il dialogo sul punto.
Dal carattere severo ed essenziale, sempre pronto alla critica costruttiva, si apriva poi a sorpresa soltanto nei confronti di quanti egli ritenesse essere in grado di comprendere e condividere le sue passioni ed il suo lavoro di ricercatore nel settore storico-militare. Con gli anni però, con sempre maggiore disinvoltura e senza schernirsi minimamente, incarnava sempre più il cosciente isolamento di un uomo che pur avvertendone il disagio comprendeva sempre meno i ritmi del mondo che gli ruotava attorno. Era semplicemente un carattere diverso; la capacità di conciliare e di ascoltare spesso gli andava stretta e soccombeva, alla fine, nel trincerarsi in quel suo modo di concepire la vita e di relazionarsi con l’esterno. Non aveva mai amato le mezze misure e con l’”Ing.”o si andava d’accordo subito e per intero o si era dall’altra parte e basta. Non usò mai un computer, né un fotocamera digitale; gli bastavano il suo scuro telefono nero anni Cinquanta con il quale si collegava con il mondo e le garbate lettere che stanavano reduci, musei, istituzioni il più delle volte all’estero; migliaia di foto navali erano il frutto di romantici scatti della sua inseparabile macchina a pellicola.
Tullio Marcon, l’ “Ingegnere” per eccellenza per la gente del centro storico, ultimo romantico del ticchettio della macchina da scrivere, chiude probabilmente l’epoca di un certo tipo di storico e ricercatore impeccabile e di razza.
E’ è venuto a mancare in Augusta, sabato 14 ottobre 2006.
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ANTONELLO FORESTIERE

Il Direttore del “Museo della Piazzaforte” Avv. Antonello Forestiere ha inteso onorare la memoria dell’Ing. Tullio Marcon, fondatore e primo Direttore del Museo, con la redazione di una sua biografia, compendiata dalla produzione pubblicistica, bibliografica e monumentale.
Questo lavoro, subito raccolto ed apprezzato dal Direttore dell’Archivio Storico Siracusano Prof. Giuseppe M. Agnello, è stato interamente pubblicato nel volume s. III, XXII (2008), sezione “Atti e vita della Società”, presentato a Siracusa alla fine del 2009 dalla Società Siracusana di Storia Patria.
Questo il testo della parte biografica e la foto pubblicata nel predetto volume; l’immagine è una delle ultime dell’Ing. Marcon, realizzata e tratta dalla Collezione dell’Autore.