Augusta: Piazza Marittima di frontiera dal XVI al XX secolo
[ Esercito di Napoleone contro i Borboni 1806 ]

Augusta - Nell'800

Convegno Internazionale su "Frontiere e Fortificazioni" tenutosi a Firenze e Lucca dal 3 al 5 dicembre 1999.



Nel 1806, l’avanzata su Napoli delle truppe napoleoniche obbliga Ferdinando I a rifugiarsi in Sicilia, chiedendo protezione all’Inghilterra; il che motiva, tra l’altro, la tempestiva dislocazione di un grosso contingente britannico ad Augusta, che l’accoglie favorevolmente per comprensibili ragioni di sopravvivenza.

Malgrado la brevità dell’insediamento, esso lascerà una traccia concreta nell’ampio contesto della piazzaforte, grazie all’edificazione sulla penisola Magnisi di una torre con cannone su piattaforma circolare; un’intuizione strategica di rilievo, dunque, poiché consente l’incrocio del tiro con Torre Avalos, come già altri avevano inutilmente auspicato nel tardo ‘600.Il Congresso di Vienna nel 1815 ed il rientro a Napoli di Ferdinando, segnano il cessare dell’emergenza in Sicilia; tuttavia, nel 1821 vi sbarcano gli austriaci per mantenervi l’ordine dopo i primi moti popolari. Tra essi, vi sono degli ottimi consulenti militari, cui i Borboni affidano il compito di rilevare tutti gli apparati difensivi dell’isola e proporne l’adeguamento all’introduzione del cannone ad anima rigata. I rilievi dello stato di fatto eseguiti conseguentemente dal Mamulla nel 1823 ad Augusta, costituiscono una documentazione di base che ancora oggi s’impone per completezza ed accuratezza. Ma più oltre non si andrà, per vecchie e nuove motivazioni: lo storno delle non cospicue somme disponibili in favore di Siracusa; la mancanza d’una concreta minaccia dall’esterno; l’imprevista necessità di riparare i danni arrecati alle fortificazioni dal terremoto del 1848; e, non ultima, la possibilità di nuove sollevazioni popolari, da reprimere con mezzi diversi da quelli impiegabili in un conflitto (11).

AUTORE: Tullio Marcon [ © Proprietà Letteraria Riservata ]


A cura della Redazione