Difesa Foranea della Rada di Augusta - Anni ‘30.

Inserto

Inserto Pubblicato dalla Redazione 27 Giugno 2023



Prima della costruzione della diga foranea il grande bacino Jonio con la grande massa d’acqua lambiva la costa interna della rada e nel periodo invernale le grandi mareggiate create dai venti di grecale e di scirocco alzavano imponenti marosi che terminavano con violenza sulla costa e sulle spiagge del litorale, creando anche una grave difficoltà ai natanti che vi erano ormeggiati.


Nel 1925 nella rada di Augusta era copiosamente frequentata da grandi Unità della Regia Marina che effettuavano le grandi manovre e l’addestramento degli equipaggi, da qui l’interesse di creare una diga a difesa sia del porto sia per una maggior sicurezza delle navi che vi sostavano (3^ foto a Dx). Il Progetto di costruzione indicava le secche dove si sarebbero tracciate le dighe: (.) Una diga iniziava dalla secca di Torre Avalos a mezzo miglio a SSE con una profondità dalle 2 alle 3 braccia (un braccio = m 1,828), con un lato quasi coincidente alla diga settentrionale. (.) Nella Secca Carrozzone il progetto prevedeva la costruzione della diga di mezzo, nella Secca Bagnoli la costruzione della diga meridionale. Realizzazione della costruzione dell’infrastruttura dopo solo 25 mesi di lavoro il materiale estratto e posto in opera risultò di oltre un milione e mezzo di mc, occorrevano ancora sei milioni di tonn di scogli, pietrame da scogliera per poi pareggiarlo a cinque metri sotto il livello del mare in modo da creare la base di costruzione, si doveva realizzare anche una struttura emergente dall’acqua per posizionare le (*) meda, indicatori del varco della rada (2^ foto a Dx). Il materiale necessario per la costruzione della diga fu estratto da cave aperte sui lati di Monte Tauro: - sulla scarpata di Serpaolo; - alla Carrubbazza entro il perimetro acquistato dai Giurati nel 1700; - a Valle delle due scarpate sul litorale del Granatello. Le ditte Vitali e Fogliotti-Penna realizzarono i cantieri per la costruzione ed il trasporto via mare dei grossi cubi di calcestruzzo necessari come sovrastruttura e al completamento della diga (1^ foto a Dx). La prima fase venne realizzata con urgenza e terminò nel 1930. Per ultimazione della seconda e conclusiva fase si è dovuto attendere ancora un decennio, salvo alcuni interventi minori di rifioritura periodica dei tre bracci. Esperienza negativa, per la mancanza della difesa foranea si è avuta nel 1918, con l’attacco del sommergibile tedesco U-89 che, entrato nella rada, lanciò un siluro affondando la Carboniera Massilia. Così la Regia Marina, una volta costruita la diga foranea fece realizzare delle larghe reti metalliche a maglie posate e rizzate nei fondali e rese stabili da pesanti ancore, posizionate in caso di conflitto nei varchi, impedendo così l'accesso alla rada da eventuali attacchi da sommergibili o navi nemiche. La difesa foranea per la protezione dei varchi fu potenziata durante il 2° conflitto mondiale. La struttura di supporto, in caso bellico alla difesa foranea cessò la sua attività negli anni 80.

News: Sono stati assegnati i finanziamenti dalla Cassa Depositi e Prestiti all' Autorità di Sistema Portuale per lo sviluppo del settore marittimo e portuale per il ripristino funzionale della Diga Foranea delle Rada di Augusta, opera infrastrutturale come definito dal protocollo d’intesa siglato il 9 giugno del 2020.
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(*) Meda: punto di riferimento del varco posto in mare (fuori l'acqua) per la sicurezza della navigazione, realizzato in calcestruzzo o in acciaio con segnale luminoso (lanterna).



A cura di Francesco Carriglio | Tutti i diritti sono riservati |