Il Generale Vincenzo Asturio Palumbo 1868-1945

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Inserto Pubblicato dalla Redazione 20 Febbraio 2024


La breve storia di un augustano con le stellette che ha dato lustro alla Patria nel mondo dimostrando ingegno e attitudine.


Vincenzo Asturio Palumbo nacque ad Augusta il 5 ottobre 1868 da Carmelo e da Maria Concetta Imprescia, ultimo di otto figli. La famiglia, considerata nel ‘600 una delle famiglie più in vista ad Augusta, viveva in condizioni agiate. Il ragazzo Vincenzo era portato per gli studi tecnici, a dimostrazione di ciò conseguì brillantemente la licenza fisico-matematica a Catania. Il suo futuro era già tracciato, un po’ per tradizione familiare un po’ per passione, divenne ingegnere del Regio Esercito.
Arruolatosi all’Accademia Reale di Torino nel 1889 (fot.1), il giovane Palumbo dopo tre anni ne uscì con il grado da Sottotenente. Promosso Tenente nel 1894, dopo aver frequentato la Scuola di Artiglieria e Genio, al termine venne destinato a Venezia (fot.2) al 4° Reggimento pontieri lagunari. In questa circostanza il Sottotenente, oltre a dedicarsi al servizio, diede corso ad una attività di pensiero dedicata allo sviluppo dei percorsi d’acqua per rendere possibile la navigabilità del Po e dei fiumi veneti, studiò anche l’impiego bellico dell’aerostato e dell’artiglieria contraerea. Dopo una breve destinazione a Livorno, il giovane Ufficiale torna a Venezia, sposandosi nel 1900 con Virginia Fossati e nello stesso anno nacque il figlio Carlo. Per il Palumbo la permanenza nella lagunare fu di breve durata poiché la sua preparazione matematica e culturale lo portò all’insegnamento di scienza delle costruzioni stradali idrauliche e marittime. L’insegnamento in questa scuola di alto rango universitario lo portò ad ottenere la medaglia d’oro nell’Esposizione Internazionale di Milano del 1906. Per la nomina a capitano dovette lasciare la destinazione per una destinazione a carattere operativo, il comando di una compagnia del 5° Genio minatori, con la mansione di costruire la strada militare fino alle vette dei monti (fot.3) Carnioti Festa e San Simeone nella zona del Tagliamento. Nel 1910 il Capitano dal Reggimento passò all’Ufficio Divisioni e Fortificazioni in Udine, rimanendo fino al 1914, qui studiò la sistemazione delle due teste di ponte a Codropio e Latisana, progetto di fortificazione campale a difesa del Tagliamento. Allo scoppio della guerra, con il grado di Maggiore Palumbo andò allo Stato Maggiore della 2^ Divisione di Frontiera nell’Alto Cadore, fu in prima linea tra i genieri sul Monte Cristallo e sulle Tofane per dirigere nel 1915 la costruzione di una efficiente ingegnosa passerella di 178 m sul fiume Felizon. La successiva destinazione fu il Comando Genio del IX Corpo d’Armata in Val Cordevole dove fu nuovamente in prima linea nella costruzione della teleferica che consentì l’esplosione di una grossa mina sul Col di Lana il 17 Aprile 1916. Le esigente belliche imponevano uno studio tattico nel Veneto per la linea di difesa e per le comunicazioni in caso di ritirata. Il Palumbo, ancora prima della promozione a colonnello, assunse il “comando supremo”, alla Direzione Generale del Genio e divenne Capo di Stato Maggiore fino al 1° Settembre 1919.
Siamo nei terribili giorni di Caporetto (fot.4) e la pressante esigenza di salvare più persone possibili dalla prigionia, "per questo problema che non aveva bisogno di ponti ma di strade" il Generale Luigi Cadorna dette l’ordine di raddoppiare entro il 6 novembre i ponti del Piave impegnando al massimo le ferrovie nel trasporto dei convogli di materiale da ponte, fermando anche i treni che trasportavano i viveri per i soldati. Il Generale Palumbo esegui l’ordine con due giorni di anticipo e la 3^ armata fu salva. Nell’ottobre del 1918 le stesse truppe riattraversarono il Piave, per una azione rapida, in una nuova struttura leggera e semplice, frutto dell’ingegno e dell’esperienza di Palumbo, il progetto fu denominato “Passerella Palumbo” il cui modello è tutt’oggi esposto al Museo del Genio a Roma. A guerra ultimata le varie onorificenze e pluridecorato, non solo italiane, rendono merito al Generale.
Nel 1919 il Generale di Brigata Palumbo fu nominato Comandante del Genio nella Piazza Marittima di Venezia. Per gravi motivi familiari si collocò in aspettativa e nel 1930 entrò nella riserva. Nella vita borghese gli fu riconosciuto meritatamente il titolo come Ingegnere Civile per la realizzazione di molte opere innovative apprezzate in Italia e all’estero. Il Generale rimasto solo a Venezia per la partenza del figlio, Ufficiale di cavalleria destinato nel fronte Africano dove nel 1941 fu fatto prigioniero e condotto in India, si ammalò gravemente sconfortato anche per le vicende della Patria e afflitto per la lontananza del figlio Carlo. L’illustre augustano morì l’11 Maggio 1945 all’età di 77 anni.

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Foto di Copertina: Il Generale Palumbo
Foto: (fot.1) (fot.2) (fot.3) (fot.4) acquisite nel web.


A cura di Francesco Carriglio | Tutti i diritti sono riservati |