Chiese Framacamo.net
Sito informativo sulla Città di Augusta (Sicily)
Chiesa della Madonna del Perpetuo Soccorso
Augusta - Sicilia
Opere storiche della città - Pubblicato nel Novembre 2003
|
|
E’ detta comunemente Chiesa della Rotonda per la sua forma circolare o del Bambinello perché all'interno vi è un' antica statuetta del Bambino Gesù che durante le festività veniva portata in braccio per le vie del quartiere Terravecchia. La costruzione ha origini antichissime, come struttura era accorpata all’antico muro di fortificazione della Città costruito dagli aragonesi ed aveva funzione di presidio militare. La Chiesa è di proprietà della Diocesi Siracusana, è sita all’incrocio
tra Via del Soccorso e Via Megara ed è dedicata alla Madonna del Perpetuo Soccorso. La Chiesa, modificata intorno al 1700 come la vediamo oggi, è di forma cilindrica, nel prospetto ha due porte divise ed incastonate in una cornice di pietra arenaria, quasi all'estremità della struttura due finestre circolari simmetriche con vetri a vista. L'interno è ad unica navata, entrando sulla sinistra dopo la fonte battesimale vi è un piccolo altare sopra il quale si trova un antico crocifisso adagiato ad una pala in cui sono raffigurati la Madonna ed alcuni santi. Nelle nicchie laterali che circondano la navata vi sono collocate delle statue di santi, alcune
delle quali in gesso, come quella di San'Antonio di Padova raffigurata insieme al poverello con il simbolo la distribuzione del pane benedetto. Una particolare attenzione merita quella raffigurante San Francesco d’Assisi, manufatto in legno di pregevole fattura e realizzata su direttive di Padre Amedeo Giuseppe Iaìa, nella nicchia, collocata al centro delle due porte, vi è la statua in gesso di Santa Lucia.
| |

Immagine Morph realizzata da Francesco Carriglio
A cura di Francesco Carriglio. | Tutti i diritti sono riservati |
|
|
|
|
Accesso al Convento |


Una storia tra leggenda e verità giuntaci dal XVI secolo vuole che un mercante dell'isola di Creta abbia rubato da una delle Chiese dell’isola un dipinto raffigurante la Vergine Maria nascondendola fra le sue mercanzie e sia salpato verso l'occidente. Dopo più o meno un anno giunse a Roma con l'immagine rubata, ma si ammalò gravemente e andò in cerca di un amico, anche egli mercante, che si prese cura di lui. Giunto in punto di morte, pentitosi del sacrilegio che aveva commesso, rivelò il suo segreto circa l'immagine sacra supplicando l'amico di ricollocarla in una Chiesa. L'amico promise che avrebbe esaudito questo desiderio, ma la moglie non glielo consentì e, dopo qualche tempo morì anche lui senza aver mantenuto la promessa. Dopo la morte del mercante la Beata Vergine apparve in sogno alla figlioletta di sei anni dicendole che avrebbe dovuto avvertire la mamma che l'immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso sarebbe dovuta essere collocata nella chiesa di S. Matteo Apostolo, sita fra le basiliche di S. Maria Maggiore e di S. Giovanni in Laterano. La storia narra come, dopo molti dubbi e varie difficoltà, la madre ubbidì e, dopo essersi consultata con il clero responsabile di questa chiesa, l'immagine della Vergine Maria venne collocata nella Chiesa di S. Matteo il 27 marzo 1499. Lì sarebbe stata venerata per 300 anni, fino a quando i Francesi conquistando Roma distrussero varie Chiesa fra cui quella di S. Matteo. Il quadro della Madonna miracolosamente rimase indenne e un sacerdote lo portò nella Chiesa di Sant'Eusebio e poi nella cappella privata degli Agostiniani nel convento di Santa Maria in Posterula dove fu dimenticata.
A metà del secolo XIX inizia la seconda fase legata alla storia dell'icona e la devozione e la venerazione della Madonna del Perpetuo Soccorso iniziarono a diffondersi in tutta la città di Roma, poiché la Congregazione dei Frati Redentoristi, su invito dell’allora Papa Pio IX, si stabilì a Roma ed eresse un convento con attigua la Chiesa di S. Alfonso nella zona dove si trovava l’antica Chiesa di San Matteo (a 100 metri della odierna Stazione Termini) e lì collocarono il dipinto, dove tutt’oggi si trova. Questa icona è dipinta in stile bizantino su una tavoletta di legno con sfondo dorato come si rileva in altre icone nella Chiesa Orientale.


