Il triangolo delle tragedie: Augusta/Priolo/Melilli

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Articolo pubblicato dal nostro lettore 1 marzo 2009

Spett. redazione, vi invio questa lettera nella speranza che, la pubblicherete all’interno del vostro Spazio Notizie e possa interessarsi della strage silenziosa che continua a perpetrarsi in danno delle famiglie che popolano il triangolo industriale di Augusta, Priolo, Melilli, dove sorge a tutt'oggi il più grande polo Petrolchimico d'Europa. La catastrofe ambientale perpetrata negli anni da Aziende presenti in loco è di dimensioni immani ed ha compromesso non soltanto l'ambiente circostante, ma anche e soprattutto, l'esistenza di tante famiglie le quali hanno visto compromesso il proprio futuro a causa di eventi spaventosi. Parecchi di noi (anche lo scrivente) hanno visto trasformarsi l'evento più bello del mondo, in un momento assolutamente tragico e drammatico, hanno visto sconvolta la loro vita e quella dei loro cari, si sono visti condannati ad una vita che, di colpo, perde i requisiti di vita stessa. Siamo tragicamente ricchi di tutte le materie inquinanti presenti sul pianeta, Amianto a iosa, mercurio versato in mare a tonnellate, piombo, cadmio, benzene, falde idriche irrimediabilmente compromesse, (vi ricordate quando dai rubinetti di Priolo usciva benzina anziché acqua? ), diossina in quantità "industriale", vapori di H2S che ammorbano l'aria che respiriamo, vapori di benzina e di gasolio provenienti dalle navi che, incessantemente , 365 giorni l'anno, scaricano in atmosfera i miasmi che, (per legge Europea), dovrebbero essere convogliati in un circuito chiuso (normativa Murphy), nanoparticolato presente nelle emissioni di coda degli inceneritori ecc… ecc. Da 50 anni si perpetra questo scempio, tantissime persone hanno sacrificato la loro vita per assecondare questo laido progetto industriale, tantissime mamme vivono giornalmente con l'angoscia di un/a figlio/a handicappata a causa di quanto appena esposto. Perché non si riesce ad individuare un solo colpevole? Abbiamo la rada in assoluto più contaminata al mondo e, paradossalmente i pesci pescati dentro la stessa risultano avere una percentuale di mercurio minore rispetto ai pesci pescati in mare aperto, è mai possibile, mi chiedo da profano? Paghiamo giornalmente (con la perdita dei nostri cari, morti per qualche cancro contratto chissà perché) un altissimo dazio alle industrie, ed in cambio riceviamo solo contratti precari se non addirittura licenziamenti. Ha senso tutto questo? Ha senso aspettare di morire senza poter mai alzare la voce e dire ..io non ci sto più!!! Sarebbe bello se dedicaste un po’ del vostro tempo a cercare di capire i tanti perché di una vicenda che assume sempre più i connotati del dramma, se non della tragedia.

Lettera di Enzo Toscano.