Invasione della Sicilia da parte degli anglo-americani “Operazione Husky“ 1943.

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Inserto Pubblicato dalla Redazione 20 Gennaio 2023


80° Anniversario dello sbarco anglo-americano in Sicilia. Una parte di storia che viene raccontata da chi ha perso la guerra, ma non il valore.

Nel mese di Gennaio del 1943, durante la conferenza a Casablanca si decise di intervenire con lo sbarco in Sicilia dopo aver conquistato la Tunisia, denominato con il nome in codice Operazione Husky, lo scopo di liberare l’Italia dalla morsa nazifascista. Durante l’espansione tedesca si era già creato nel 1941 un secondo fronte nel continente europeo da parte dei russi, anch’essi per fronteggiare l’espansione nazista. Un precedente attacco fu eseguito dai bombardieri del Regno Unito cercando di indebolire le forze del “patto d’acciaio” in modo da avere il controllo di alcune regioni continentali. Il primo ministro inglese Winston Churchill avrebbe voluto invece uno sbarco sulla penisola balcanica per unirsi ai sovietici nel cuore dell’Europa centrale. Questa tesi non piacque agli americani che non volevano dispiacere in modo particolare all’alleato russo.
Il Capo delle truppe statunitense Dwight David Eisenhower riteneva che si dovesse attaccare la Sicilia per ottenere la sicura apertura delle comunicazioni mediterranee, se invece lo scopo era quello di invadere l’Italia, egli era dell’opinione di occupare sia la Sardegna che la Corsica, ma questa scelta non fu attuata perché si riducevano le forze che dovevano operare nello stivale. La scelta dello sbarco in Sicilia fu data dalla necessità di copertura alle forze di invasione da parte dei caccia bombardieri che potevano così operare agevolmente dagli aeroporti di Malta e della Tunisia. Nei primi giorni di luglio la totalità dei mezzi da sbarco era concentrata nei porti di: Biserta, Tripoli e Malta. Come da programma d’invasione si attuò un vigoroso bombardamento aereo, fu coordinato dal maresciallo dell'aria Arthur Tedder, contro i porti marittimi nella parte meridionale e orientale della Sicilia. Nella notte dell’8 luglio per prepararsi allo sbarco si rileva una intensa attività di dragaggio nelle acque prospicienti le aree geografiche di Licata e Gela. Gli anglo-americani avevano già proceduto all’occupazione di Pantelleria e delle isole minori, Pelagie. Nella guerra di Pantelleria, la roccaforte aereo-navale nazifascista rifiutò la resa e 110 aerei bombardieri degli invasori lanciarono sull’isola 1.571 tonnellate di bombe, la resistenza cessò, la popolazione era stremata e luttuosamente sconfitta, il Comando supremo Italiano decise la resa.
Lo sbarco in Sicilia fu dopo mesi di pianificazione strategica e tattica concordato dal Maresciallo Harold Alexander, comandante delle forze terrestri. La direzione delle operazioni venne affidata al generale Dwight David Eisenhower mentre il comando delle forze navali all'ammiraglio inglese Andrew Browne Cunningham, già protagonista della vittoria a Capo Matapan. Le compagini d’invasone americana, la 45^ divisione di fanteria e la 7^ Armata USA del Generale Patton e l'8^ Armata Britannica del Generale Montgomery, guidate dal Maresciallo Alexander, sbarcano tra il 9 e il 10 Luglio del 1943 nel litorale Sud-Est siciliano. Vi fu una lunga battaglia caratterizzata dall’eroismo della divisione italiana “Livorno” e da quella tedesca "Herman Goering", si verificò la tragica uccisione, tramite fucilazione, da parte degli americani ai prigionieri che chiesero la resa, un Crimine di Guerra sempre rivendicato ma mai ascoltato. Lo sbarco causò migliaia di morti tra i militari delle opposte fazioni e tra il popolo civile. La guerra si sa, è la guerra, il nemico armato è una sfida alla vita ed è una figura da abbattere, ma ciò che è assurdo e si rimprovera è l’abusivismo materiale e morale verso la popolazione civile, la violenza contro le donne, bambini e giovani, omicidi impuniti, ruberie, latrocini e soprusi e nessun colpevole. Fu relativamente facile lo sbarco nelle battigia della costa siciliana perché alcune Batterie di Difesa Costiera ebbero l’ordine di ammutolirsi, dall’Alto Comando, in odore di tradimento.
Augusta nel tardo pomeriggio del 12 Luglio 1943 venne assediata via mare dai Commandos S.R.S.(Special Raiding Squadron) con due cacciatorpediniere, uno greco e uno britannico, che sbarcarono gli Ulster Monarch nel litorale est dell'isola. La 17^ brigata scozzese dopo una azione belligerante contro una sacca di resistenza italo-tedesca riuscì a conquistare l’area dell’Idroscalo ad ovest del porto per poi unirsi al Commandos e proseguire alla conquista militare della città. La giornata conclusiva dell’assedio avvenne il 13 luglio 1943.

L’invasore diventa “Alleato”.
Il 3 settembre 1943 a Cassibile (Siracusa) viene firmato“l’Armistizio corto", disimpegno militare con la Germania nazista, fra il Generale Giuseppe Castellano (su delega di Badoglio) per l’Italia e il generale Dwight David Eisenhower per gli Stati Uniti (invasori), in base al quale l’Italia accettava praticamente la resa incondizionata stabilita dagli anglo-americani nella conferenza di Casablanca. In base a tale armistizio gli Alleati si riservavano anche il diritto di rendere pubblico l’Armistizio al momento che avrebbero ritenuto più opportuno. Sarà reso pubblico l’8 settembre 1943. Le forze armate italiane e i partigiani si unirono agli Alleati per combattere i nazisti e abbattere il regime fascista.

NOTA INEDITA: Lo storico britannico John Julius Norwich (visconte di Norwich) ha descritto un retroscena inedito avvenuto a Casablanca sullo sbarco in Sicilia del 1943 che rischiò di fallire per le liti tra George Smith Patton generale statunitense e il generale britannico Bernard Montgomery.
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