La Porta Spagnola - detta anche "Porta di Terra"

Augusta - Sicilia

Opere storiche della città - Pubblicato nel marzo 2008 / aggiornamento 2011











La facile conquista della città da parte dei francesi nel 1675 riproponeva con forza e immediatezza il completamento difensivo di Augusta con strutture che la rendessero sicura ed inespugnabile.

Uno dei monumenti quasi “simbolo” della Città è la Porta Spagnola. Il progetto architettonico di questa Porta fu di sopra-elevatura essendo la sua parte inferiore già esistente, una resistente struttura in blocchi di pietra facente parte ai bastioni di cinta muraria. Questa Porta, chiamata di terra (vulgo), venne realizzata nel XVII secolo tra il 1681 e il 1682, l'incarico per la realizzazione del progetto della cittadina fortificazione fu commissionata all'ingegnere militare fiammingo Carlos De Grunembergh su ordine del Viceré Francesco IV de Benavides  conte di Santisteban del Puerto (1640 -1716) che diede l'incarico di progettare e realizzare, oltre alla Porta Spagnola, la fortificazione del litorale augustano. Il costo per il progetto e l'edificazione della Porta, come narrano le cronache, fu deliberato il 13 maggio 1680 dal Consiglio cittadino, a capo del quale vi era il Capitano di Giustizia Francesco Amodei che accoglieva la richiesta di D. Giovanni Ramundetta maestro del tribunale del Real Patrimonio e approvava un prestito di 30.000 scudi. Questo debito (come accade spesso) gravò sul reddito di tutti i cittadini dell'isola. La sua costruzione avvenne a limite dell'istmo che successivamente fu rimosso, che trasformò Augusta in isola. Nella parte superiore della Porta Spagnola insistono degli stemmi araldici di notevole pregio realizzati su marmo bianco; come il Leone rampante, il Grifone anch'esso rampante e una cornice con la corona di Carlo II di Spagna e V° Imperatore del Sacro Romano Impero. Nel riquadro bordato vi è il simbolo dell' Ordine "Toinos de oro" (ordine cavalleresco) il fregio del Viceré don Francesco Benavides datato 1681. Sulla parete frontale della Porta una inscrizione su lastra marmorea si erge a testimonianza dell'importanza strategica del porto megarese:
[D.O.M. CARLO II Hispaniarvm AC Siciliae Rege Imperante Don Franciscvs Benavides Comes Santistevan Siciliae Prorex In Tanti Portvs Litore Mvniendo Non Solvm Siciliae Sed Totivs Italiae Et Christiani Nominis Incolvmitati Consvlere Extimavit Anno M DC XXCI].
(A Dio infinitamente buono, infinitamente grande) Sotto il regno di Carlo II, re delle Spagniee di Sicilia, Don Francisco Benavides Conte di Santesteban e vicerè di Sicilia, nel fortificare il litorale di un così ampio porto pensò di provvedere alla sicurezza non solo della Sicilia, ma di tutta l'Italia e della Cristianità anno 1681. [Trad. prof. Giovanni Satta]

Araldica - particolari

Arme

Ordine "Toinos de oro"

Leone

Grifo

Mascherone stemma della Porta Spagnola


La Porta Spagnola, traccia indelebile di trecento anni di dominio Spagnolo in Sicilia (1412 – 1713), chiudeva lato terra la cinta muraria aragonese che delimitava la città sul lato nord a poche centinaia di metri viera la porta Madre di Dio (oggi non esistente), per accedere alla Piazza d'armi. Sul lato sud a Terravecchia la cinta muraria chiudeva con un'altra porta detta Porta di Mare, la costruzione della cinta rendeva praticamente inespugnabile la città. La Porta Spagnola è stata restaurata nel 2005, il restauro è stato necessario a causa del danneggiamento subito nel corso del terremoto del 13 dicembre 1990. Oggi la possiamo ammirare in tutto il suo antico splendore.



La Redazione. | Tutti i diritti sono riservati |