La feudalità e i feudi ad Augusta XIV sec.

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Inserto Pubblicato dalla Redazione il 20 Ottobre 2022


Si conosce poco sulla feudalità in età sveva e angioina per quanto concerne il territorio di Augusta, solo qualche notizia più concreta si ha riguardo alla età aragonese, soprattutto per quanto riguarda le Contee.

Non è stata ancora approfondita la reale conoscenza della locazione dei feudi minori, questo problema può essere risolto nel consultare i documenti originali inediti dell’Archivio di Stato a Palermo. Studiosi siciliani hanno raccolto un elenco di 36 feudi ma parte di essi pur essendo allocati nel territorio di Augusta non facevano parte della Contea, un esempio: i feudi di San Calogero e Murgo, anche se fisicamente erano situati nel territorio di Augusta furono aggregati al marchesato di Malta nel 1396, su richiesta di Guglielmo Raimondo Moncada e che Brucoli, anch’essa dislocata all’interno del territorio di Augusta, faceva parte della Camera Reginale di Siracusa. Per lo studio del feudalesimo siciliano si richiede un’alta competenza e specializzazione per non incorrere ad errori.

Nella Fondazione della città di Augusta nel “Privilegio” di Federico II sulla concessione alla città il territorio spettante era circa 30.000 ettari ed era confinante ad Est con il Mare Jonio, a Sud con il territorio di Siracusa e a Nord con il territorio di Lentini. Tale territorio fu suddiviso in 36 feudi amministrati dalla nobiltà reggente la cui legge vigente era feudale. I Conti che amministravano i feudi, oltre alla investitura del titolo nobiliare, avevano anche la prerogativa dei privilegi sulle risorse naturali delle terre previsti dalla legislatura feudale; inoltre avevano il potere giudiziario per reati penali e civili. I facoltosi proprietari terrieri o di feudi che aspiravano al titolo nobiliare di Conte lo potevano ottenere presentando gli atti notarili di compravendita dei territori posseduti al governatore della Camera Reginale, con un versamento di 500 (cinquecento) scudi.


I 36 feudi ad Augusta:
Targia; Spalla; Bigeni; Mostringiano; Priolo; Magnisi; Bondifè; S. Giorgio; S. Cusumano; Malaterra;  Mezza Montagna di Melilli; Monte Climiti; Cugno di Rio; Vignali di Sortino; S.Caterina; Midolo; Curcuraci; Margi di Sortino; Bagali; Baratta; Cugno; Malfitano; Ogliastro; Mendola; Cangio; S. Michele; S. Giuliano; Vignali di Augusta; Monte di Augusta; Gisira; Camera; Arcile; Torretta; Xammacca; S. Calogero; Murgo.


Nel 1336 fu istituita la Contea di Augusta, il primo titolo di Conte fu attribuito a Guglielmo Raimondo Moncada che trasmise il titolo nobiliare nel corso degli anni ai suoi successori:
- Matteo Moncada
- Guglielmo Raimondo Moncada Peralta
- Matteo Moncada
Dopo il periodo di amministrazione demaniale (pubblica) durata dal 1407 al 1417, ottenne l’ investitura di Conte di Augusta Don Diego Saldonal al quale seguirono: Giovanni d’Aragona; Sançio Landogna; Antonio Bellomo.
Dopo un'altra pausa di amministrazione demaniale dal 1449 al 1455 diedero l’investitura di Conte di Augusta a Pietro Busulduno, al quale seguirono: Ferdinando di Navarra; Bernabdo Requisez; Raimondo Guglielmo Moncada; Antonio Moncada; Gian Tommaso Moncada; Beatrice Branciforte; Giovanni Moncada; Guglielmo Raimondo Moncada; Antonio Moncada; Giovanni Mirulla; Giovanni Mirulla II; Federico Stajti; Andreotta Stajti.

La gestione dei Conti nel territorio di Augusta cessa nel 1567, con definitivo passaggio del territorio appartenente alla città, compreso i presidi militari e le fortezze, al Demanio.

A cura di Francesco Carriglio. | Tutti i diritti sono riservati |