“MUSEO DELLA PIAZZAFORTE” :
MENTRE SI LAVORA PER LA RIAPERTURA AL PUBBLICO CRESCE LA COLLEZIONE CON UN OBICE DONATO DALLA C.O.M.A.P . AUGUSTA

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Articolo pubblicato dal nostro lettore 21 gennaio 2010

Un nuovo pregevole cimelio ha arricchito la collezione di cimeli del “Museo della Piazzaforte” del Comune di Augusta: si tratta di un pezzo di artiglieria, un obice da 105/22 modello 14-61, dismesso diversi anni addietro dall’Esercito Italiano, adesso già collocato nel cortile del Commissariato della Polizia di Stato ed a disposizione del pubblico. L’obice è stato acquistato, restaurato, trasportato e posizionato del tutto gratuitamente dalla C.O.M.A.P.- Augusta dei F.lli Fazio che ne ha fatto dono al Museo cittadino. Il cimelio è stato ufficialmente presentato sabato 16 gennaio 2010 al Sindaco di Augusta Dott. Massimo Carrubba ed all’Assessore alla Cultura Avv. Gioacchino Aiello dal Direttore del Museo Avv. Antonello Forestiere a conclusione di una conferenza stampa appositamente convocata. All’incontro hanno presenziato il Dott. Pasquale Alongi, Dirigente il Commissariato della P.S. di Augusta, la cui preziosa collaborazione ha reso possibile la sistemazione e l’immediata fruibilità pubblica del cimelio ed il Dott. Filadelfo Fazio per l’azienda donatrice C.O.M.A.P.- Augusta. Le caratteristiche e la storia del pezzo sono state esposte dal Direttore del Museo. L’obice è di fabbricazione Skoda, l’affusto risale al 1914 e la canna è di poco posteriore; nella Seconda guerra mondiale la Germania cedette diverse centinaia di questi pezzi al Regio Esercito Italiano che li dislocò anche a difesa delle isole. Le vicende belliche che riguardarono l’area della Piazzaforte di Augusta videro coinvolti alcuni obici dell’allora originario Skoda da 100/22. Nel luglio 1943 infatti alcuni di questi pezzi erano dislocati anche in Sicilia; una delle batterie, che si trovava nella zona di Castelluccio, ebbe modo di aprire il fuoco contro gli inglesi in avanzata da Brucoli. Nel dopoguerra tutti gli obici superstiti restarono incarico all’Esercito Italiano che li ammodernò a partire dal 1961: la canna fu allungata, ricalibrata e munita di vistoso freno di bocca per adoperare il munizionamento N.A.T.O.; furono montate le ruote gommate ed il grosso disco di punteria posteriore di origine bellica britannica. Nasceva così l’attuale obice da 105/22 mod. 14-61, rimasto in servizio sino al 1975, presente anche nel Reggimento Artiglieria della Brigata “AOSTA” di stanza in Sicilia. La C.O.M.A.P.-Augusta dei F.lli Fazio alcuni anni addietro ha intelligentemente salvato il pezzo da sicura ed impietosa fine, acquisendolo da un demolitore locale, restaurandolo ed infine verniciandolo con indicazione della esatta tonalità storica di colore fornita dal “Gruppo Modellisti Città di Augusta” (ricerca del Sig. Domenico Collorafi); Quindi, con i propri mezzi e personale, lo ha trasferito presso il cortile del Commissariato della Polizia di Stato. Il Dott. Alongi ha sottolineato la particolare fecondità e specificità del rapporto di collaborazione che lega il Museo ed il Commissariato che, grazie ai già numerosi cimeli armonicamente collocati nei suoi spazi esterni, si apre ai cittadini come luogo di visita ed interesse culturale. Il Sindaco Carrubba ha rivolto parole di ringraziamento alla Ditta donatrice del cimelio, al Direttore per la sua incessante opera di mantenimento e rafforzamento della collezione, volta alla riapertura del Museo; in particolare, alla Polizia di Stato, “uno dei Commissariati più belli d’Italia per la sua dislocazione a ridosso del Castello Svevo - ha sottolineato - e per la capacità di avere aperto le porte alla città ed alla cultura” con questo nuovo atto di disponibilità nei confronti dell’istituzione museale. Il Sindaco ha ribadito la volontà del Comune di impegnarsi per la riapertura al pubblico del Museo, da tre anni riavviato in ogni attività interna, anche se presso la sede provvisoria attualmente costituita dalle sale deposito dei cimeli. Il 2010 è così iniziato per il Museo sotto i migliori auspici, con un l’arrivo di un cimelio che abbraccia quasi un secolo di storia e tecnologia militare riportato a nuova vita da imprenditori di grande e concreta disponibilità ed apertura alle esigenze culturali. L’obice, magnificamente “tirato a lucido”, innocuo e maestoso, da oggi monta la guardia all’ingresso del Castello Svevo per la gioia di quanti vorranno ammirarlo.
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Nota: n. 2/10 dell’ 21.01.2010 / Museo della Piazzaforte.

A cura del Direttore Avv. Antonello Forestiere.