IN RICORDO DI PADRE AMEDEO GIUSEPPE IAIA.

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Articolo pubblicato dalla Redazione il 18 Maggio 2016

“Per te è crollato il mistero dell’aldilà, per noi l’idea del nuovo mondo rimane ancora un mistero… crollata l’opacità del presente si rivelerà lo splendore del futuro”...

Così si esprimeva, in uno dei suoi tanti scritti Padre Amedeo Giuseppe Iaìa, di cui ricorre il 20 Maggio il primo anniversario della morte. Oggi viviamo, purtroppo, in un tempo in cui solo il gossip sembra catturare l’interesse e l’attenzione della pubblica opinione. Eppure, a volte, senza andare troppo lontano, alcuni esempi di vita potrebbero trasmetterci valori ben più interessanti ed istruttivi. Frate Cappuccino, musicista, scrittore, inventore ed imprenditore; in quante cose è riuscito ad ottenere risultati, spesso contro tutto, quasi sempre contro tutti. Padre Amedeo ha vissuto quasi interamente la sua vita, la sua missione, in mezzo a noi. E’ notorio, infatti, il suo attaccamento alla nostra Città, che lo ricorderà per sempre avendone composto l’Inno Ufficiale. Si deve ancora a lui, alla sua testardaggine, la realizzazione della Chiesa dedicata a “Cristo Re”, il sogno di una Chiesa più grande in grado di accogliere una comunità sempre più numerosa, un’opera che nemmeno i suoi Confratelli più cari immaginavano che un giorno potesse mai essere realizzata. Molti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di stimarlo attraverso gli oltre sessanta anni passati con noi: fin dal 1958, anno in cui veniva aperto, presso il convento dei frati francescani, il seminario serafico. Da allora, avvenimenti ed iniziative si sono alternati formando significativi frammenti della storia del nostro quartiere di Terravecchia, che Padre Amedeo ha vissuto sempre con carismatica presenza. Ricordiamo, tra le tante, con toccante emozione l’elezione a Parrocchia della nostra piccola chiesetta del Soccorso nel 1964, ad opera dell’allora Arcivescovo di Siracusa Mons. Bonfiglioli. “Nulla è impossibile a Dio, se Dio è con te, nulla ti è impossibile”…questo uno dei tanti pensieri che ne ha caratterizzato il suo atteggiamento verso la vita, segnata da una fede profonda che mai lo ha abbandonato, nemmeno negli ultimi giorni segnati dalla sofferenza. Siamo certi che dall’alto dei cieli, Direttore d’orchestra di un coro di Angeli che esegue a Dio Padre il suo celeberrimo “Inno a Cristo Re”, continui ancora oggi a volgere il suo sguardo alla nostra martoriata Città perché possa anch’essa, contro tutto, contro tutti e sovente contro se stessa, risollevarsi e restituirsi ai fasti di un tempo lontano.


Due amici, Massimo Bendia e Francesco Carriglio