Medaglie di ieri e di oggi: la continuità, l’ideale, il dovere.

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Articolo pubblicato dal Redazione il 28 Marzo 2021

Alcuni giorni fa i media specializzati nel settore militare hanno riportato una notizia di quelle piacevoli da leggere e che, istintivamente, fa rivolgere anche l’attimo di un pensiero verso chi, senza pensarci due volte, ha compiuto quanto di rischioso abbiamo letto.

Un marinaio del tutto “particolare”, incursore del G.O.I. (Gruppo Operativo Incursori) e medico della Marina Militare, lo scorso 16 marzo, è stato decorato dal Presidente della Repubblica della Medaglia d’Argento al Valore di Marina, per i fatti di cui si è reso protagonista nel novembre 2019 in Iraq, culminati con il ferimento di cinque operatori delle forze speciali italiane. Basta riportare la motivazione della decorazione senza aggiungere altro: “Ufficiale medico appartenente alla Task Force 44, operante in Iraq nell’ambito della missione Inherent Resolve, nel corso di una attività svolta in supporto alle locali forze speciali, in un’area caratterizzata dall’elevata presenza di gruppi terroristici, subiva, con il proprio dispositivo, un attentato con un IED che provocava il ferimento grave di militari connazionali e curdi. Sprezzante del pericolo e della propria incolumità, con coraggio, lucidità e reattività, si prodigava per portare aiuto e prestare le prime cure ai feriti, effettuando manovre salvavita e assistendoli fino all’arrivo dei soccorsi per la loro estrazione. Splendida figura di ufficiale medico che, con le proprie azioni, ha dato lustro alla Marina Militare e al Paese in un contesto internazionale". Kifri (Iraq), 10 novembre 2019. Oggi, 26 marzo, corre sul calendario, uno dei tanti anniversari di fatti lontani della nostra storia militare. Ottant’anni fa, nel 1941, altri operatori di un reparto speciale di allora, quelli della 10.a Flottiglia MAS della Regia Marina, violarono nella notte la base navale britannica nell’isola di Suda. Dopo avere superato tre ordini di ostruzioni di protezione della rada, si lanciarono alla massima velocità con i loro “barchini” (erano così chiamati gli M.T.M., i Motoscafi da Turismo Modificati con la prora carica di esplosivo) contro le navi nemiche ed affondarono l’incrociatore York e la petroliera Pericles. I sei coraggiosi “piloti”, tutti volontari, riuscirono a sganciarsi in mare dai “barchini” una manciata di secondi prima dell’urto esplosivo; tutti furono prigionieri, tutti al ritorno in Patria furono decorati con Medaglia d’Oro al Valore Militare: T.V. Luigi Faggioni, S.T.V. Angelo Cabrini, Capo Cannoniere De Vito, Capo Motorista Tullio Tedeschi, 2° Capo Meccanico Lino Beccati, Sergente Cannoniere Emilio Barberi. La riflessione finale può sembrare scontata ma non dispiacerà ribadirla, raffrontando gli eventi di ieri e quelli odierni, pur nella ovvia diversità del contesto storico, politico ed ambientale: tra le Medaglie di quel marzo lontano e quella ultima concessa pochi giorni fa, corre un unico filo: quello indelebile del dovere, del coraggio e della professionalità, col rischio sempre immanente della vita; nell’ideale e silente continuità del servizio per la nostra Italia.
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ANTONELLO FORESTIERE
Direttore del Museo della Piazzaforte - Augusta
Consigliere Disciplina Sociale - Stato Maggiore Marina Militare.


A cura dell'Avv. Antonello Forestiere