Augusta: Quei favolosi anni ’60....

Inserto

Inserto Pubblicato da Francesco Carriglio il 19 febbraio 2020


Ero molto piccolo quando arrivai ad Augusta, una piccola cittadina bagnata dal mare ed in pieno boom economico. Le industrie avevano da poco iniziato ad allestire le mega fabbriche che, sull’esempio della RA.SI.OM, avrebbero successivamente occupato tutto il litorale che da Augusta si estende fino a Siracusa.


La popolazione, fino a pochi anni prima dedita alla campagna, alle attività marittime, all’artigianato e alle libere professioni, si trovò improvvisamente di fronte un eldorado che offriva non solo lavoro a tutti, ma soprattutto garanzie economiche sconosciute fino ad allora. Ricordo con nostalgia quella che era perché, come spesso accade, ci si rende conto del valore delle cose semplici, ma estremamente belle che si avevano, solo quando non ci sono irrimediabilmente più. La sera, un brulichio di persone invadeva il centro storico e la piazza della “Matrice”, dove si potevano posteggiare auto e motorini al suo interno. La via principale della città, via Principe Umberto, veniva percorsa da interminabili passeggi, in genere dalla “villa” fino a Via Roma e viceversa. Una vecchietta, molto scherzosa, si divertiva spesso a sventolare un “mascaloro” sotto le gonne delle ragazze, suscitando ilarità e sorrisi tra i presenti. Anche i giardini pubblici erano frequentatissimi, oggetto di incontri e lunghe camminate tra piante curatissime. Al centro del verde pubblico si stagliava, maestoso, il Kursaal Augusteo, albergo e sede del più grande cinema cittadino (l’altro era il cinema Impero, posto dietro le ex scuole medie Orso Mario Corbino di Piazza d’Astorga ), ed uno dei più belli dell’intera provincia; dotato di un efficiente bar, nelle calde sere d’estate venivano serviti i clienti, comodamente seduti nei tavolini all’aperto...inoltre era d’obbligo, prima dell’ingresso al cinema, gustare una pizzetta o un arancino appena sfornati, acquistati e prelevati direttamente dalle cucine attraverso una piccola finestra; quante scottature in bocca per il timore di perdere l’inizio dello spettacolo! La domenica, in genere, uno spettacolare gioco d’acqua, arricchito da luci, faceva da sfondo al bronzeo monumento ai caduti. Nella parte est dei Giardini pubblici era posizionato una parte del motore, completo di elica, di un aereo abbattuto all’interno del porto...nella balaustra a fianco una vecchia signora, la “Mazurka”, vestita di tutto punto, scrutava la strada sottostante, perennemente in attesa del ritorno del suo amore perduto... Nelle sere d’estate, visto che ancora l’aria condizionata era un lusso riservato a pochi, i cinema più frequentati erano quelli all’aperto: l’Arena Megara, posto alla fine dei giardini, antistante la Biblioteca comunale, e il Badiazza, collocato nell’omonimo litorale proprio sul mare...quante barche, la sera, vi stazionavano di fronte per potersi godere gratis lo spettacolo, incuranti delle lamentele del proprietario! Erano gli anni dei primi film proibiti ai minori di 14 anni...i più grandi vi entravano quasi di nascosto per timore di essere riconosciuti, mentre i più piccoli falsificavano qualche tessera o si camuffavano nella speranza di poter entrare! Molte persone amavano disporre sedie di fronte alla porta di casa, mettersi a sedere per godersi un pò di fresco, spesso raggiunte da amici e conoscenti per intavolare con loro discorsi ed ingannare il tempo. Nelle vie del centro storico, di tanto in tanto, transitava il “Patellaro”, un’altro degli antichi mestieri ormai scomparsi.


A cura di Massimo Bendia. | Tutti i diritti sono riservati |